«È mezzanotte, e questa è Tele Krueger che vi dà la buonanotte...»
-Freddy Krueger-
-Freddy Krueger-
Primo di una saga che darà alla luce 6 film di successo, “Nightmare on Elm Street” di Wes Craven segna l'inizio di qualcosa unico nel suo genere.
Il film è pioniere di un tema che verrà ripreso successivamente nel corso della storia del cinema e nelle forme più svariate: la geniale idea di porre il momento di maggior pericolo durante il sogno, la fase in cui si è maggiormente vulnerabili, inermi, abbandonati, e qui focalizzare temi horror e grotteschi
Una notte Nancy, si sveglia terrorizzata dopo un incubo: ha sognato che un mostro dalla mano artigliata tentava di ucciderla. Ma la cosa sconvolgente è che lo stesso è accaduto ai suoi amici. Ben presto sarà chiaro, per Nancy e gli altri, che dietro questa inquietante apparizione, si nasconde una terribile verità del passato con la quale dovranno fare i conti.
Wes Craven, da ottimo burattinaio sia nella stesura della sceneggiatura che nell'atto della regia, calcola ogni ciak creando fin da subito suspense e coinvolgimento, immergendoci in un'atmosfera in cui realtà e onirico vengono mescolati, in cui ognuno di noi può essere colpito.
Quale miglior luogo in cui attaccare se non quello dove ci si sente al sicuro e non si riesce a controllare la razionalità?
Sin dai titoli di testa lo spettatore viene catturato ed incuriosito da questo personaggio, di cui ancora non viene svelato il volto, ma che già in modo arguto, si caratterizza e si costruisce come un artista, che con calma forgia le sue armi e si prepara ritualmente a compiere la sua vendetta. Poche inquadrature e Craven costruisce una tensione perpetua, un contatto mediatico che ci cala rapidamente nell'atmosfera della narrazione.
Iniziamo subito a conoscere qualcosa di lui venendoci mostrate le sue armi; in che modo egli riesca a portare, con tanta sicurezza, a compimento i propri atti sarà svelato solo dopo.
Freddy Krueger, il killer, possiede una propria identità peculiare che lo contraddistingue da ogni altro collega del genere, nel vestire, nelle fattezze e nei tratti caratteriali: incalza con maestria e consapevolezza le sue vittime e le governa con dimestichezza e astuzia; contorce e riversa freudianamente l'inconscio.
Il film è un grande spettacolo dall'inizio alla fine. Grazie ai notevoli effetti speciali. Grazie a scene una più riuscita dell'altra; è un continuo susseguirsi di trabocchetti, inquadrature e momenti ricchi di pathos. Topica l'inquadratura in piano medio in cui dal muro sopra il letto artigli e silhouette del villain prendono forma nella camera della protagonista, la quale, ignara ma impaurita, ricorre alle preghiere abbracciando un crocifisso, oggetto feticcio di protezione iniqua.
Freddy Krueger è abile nel creare e far vacillare le convinzioni dei personaggi, minando la credenza stessa che egli possa dapprima essere placato e poi sconfitto, fino ad arrivare alla cruda verità che nulla, nel suo mondo, può distruggerlo. Poi emerge un ulteriore tema su cui ragionare: il linciaggio compiuto dai genitori che innesca la trama dell'intera saga e riconduce alle loro colpe che inesorabilmente ricadono sui figli. Chi combatte contro i mostri sta combattendo contro le proprie paure: o le si affrontano o si soccombe.
Questo, da qui in poi, sarà un leitmotiv costante della Metafora Krueger. E quando si guarda a lungo in un abisso, anche l'abisso ti guarda dentro: tra turbamenti adolescenziali e naufragi dell'inconscio, “Nightmare-Dal profondo della notte” conquista il podio degli slasher movie.
L'uomo nero non è morto.
Welcome to Elm Street.
Il film è pioniere di un tema che verrà ripreso successivamente nel corso della storia del cinema e nelle forme più svariate: la geniale idea di porre il momento di maggior pericolo durante il sogno, la fase in cui si è maggiormente vulnerabili, inermi, abbandonati, e qui focalizzare temi horror e grotteschi
Una notte Nancy, si sveglia terrorizzata dopo un incubo: ha sognato che un mostro dalla mano artigliata tentava di ucciderla. Ma la cosa sconvolgente è che lo stesso è accaduto ai suoi amici. Ben presto sarà chiaro, per Nancy e gli altri, che dietro questa inquietante apparizione, si nasconde una terribile verità del passato con la quale dovranno fare i conti.
Wes Craven, da ottimo burattinaio sia nella stesura della sceneggiatura che nell'atto della regia, calcola ogni ciak creando fin da subito suspense e coinvolgimento, immergendoci in un'atmosfera in cui realtà e onirico vengono mescolati, in cui ognuno di noi può essere colpito.
Quale miglior luogo in cui attaccare se non quello dove ci si sente al sicuro e non si riesce a controllare la razionalità?
Sin dai titoli di testa lo spettatore viene catturato ed incuriosito da questo personaggio, di cui ancora non viene svelato il volto, ma che già in modo arguto, si caratterizza e si costruisce come un artista, che con calma forgia le sue armi e si prepara ritualmente a compiere la sua vendetta. Poche inquadrature e Craven costruisce una tensione perpetua, un contatto mediatico che ci cala rapidamente nell'atmosfera della narrazione.
Iniziamo subito a conoscere qualcosa di lui venendoci mostrate le sue armi; in che modo egli riesca a portare, con tanta sicurezza, a compimento i propri atti sarà svelato solo dopo.
Freddy Krueger, il killer, possiede una propria identità peculiare che lo contraddistingue da ogni altro collega del genere, nel vestire, nelle fattezze e nei tratti caratteriali: incalza con maestria e consapevolezza le sue vittime e le governa con dimestichezza e astuzia; contorce e riversa freudianamente l'inconscio.
Il film è un grande spettacolo dall'inizio alla fine. Grazie ai notevoli effetti speciali. Grazie a scene una più riuscita dell'altra; è un continuo susseguirsi di trabocchetti, inquadrature e momenti ricchi di pathos. Topica l'inquadratura in piano medio in cui dal muro sopra il letto artigli e silhouette del villain prendono forma nella camera della protagonista, la quale, ignara ma impaurita, ricorre alle preghiere abbracciando un crocifisso, oggetto feticcio di protezione iniqua.
Freddy Krueger è abile nel creare e far vacillare le convinzioni dei personaggi, minando la credenza stessa che egli possa dapprima essere placato e poi sconfitto, fino ad arrivare alla cruda verità che nulla, nel suo mondo, può distruggerlo. Poi emerge un ulteriore tema su cui ragionare: il linciaggio compiuto dai genitori che innesca la trama dell'intera saga e riconduce alle loro colpe che inesorabilmente ricadono sui figli. Chi combatte contro i mostri sta combattendo contro le proprie paure: o le si affrontano o si soccombe.
Questo, da qui in poi, sarà un leitmotiv costante della Metafora Krueger. E quando si guarda a lungo in un abisso, anche l'abisso ti guarda dentro: tra turbamenti adolescenziali e naufragi dell'inconscio, “Nightmare-Dal profondo della notte” conquista il podio degli slasher movie.
L'uomo nero non è morto.
Welcome to Elm Street.
Habemus Judicium:
KiaEsse
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