giovedì 31 maggio 2018

"MATTATOIO N. 5 O LA CROCIATA DEI BAMBINI" DI KURT VONNEGUT

La città di Dresda dopo i bombardamenti
«Tra le cose che Billy Pilgrim non poteva cambiare c’erano il passato, il presente e il futuro»

Dresda non era un obiettivo. Di più, Dresda era percepita come città aperta.
La guerra aveva messo in ginocchio la sua cittadinanza, ma gli echi delle bombe erano rimasti relativamente distanti. Si poteva almeno provare a continuare la vita di tutti i giorni. Poi però il fronte orientale iniziava ad avvicinarsi. C'era il rischio che Berlino spostasse mezzo milione di militari nell'est del paese per bloccare l'avanzata russa. Gli alleati dovevano bloccare ogni mezzo di comunicazione e trasporto. Dresda diveniva un obiettivo. Tra il 13 ed il 15 febbraio del 1945, la cittadina tedesca venne sorvolata da centinaia di aerei della Raf, seguiti dai micidiali B-17 americani. Migliaia di bombe lasciarono una scia di macerie e morte.
E cosa centra tutto ciò con un romanzo sci-fi?
Centra perché Kurt Vonnegut era stato fatto prigioniero dall'esercito tedesco ed in quelle ore si trovava a Dresda; c'è di più, era in una grotta, ricavata sotto un mattatoio.
Centra perché la fantascienza, sostenuta dall'ironia e da un tratteggio folle, diviene uno specchio distorto e pulsante attraverso cui mostrare ciò che altrimenti sarebbe impossibile da raccontare. Perché, come ammette lo stesso Vonnegut, a volte fermarsi e guardare indietro verso la storia, può tramutarci in statue di sale.
"Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini" è una strana creatura, un libricino di neanche di 200 pagine in cui si nascondono contenuti e pensieri di una saggezza sottile che mira alla sopravvivenza.
E' lo stesso io di Vonnegut ad aprire il romanzo, una ricostruzione dei ricordi e delle ombre dei bombardamenti. Poi l'io narrante scompare, si scioglie nella fantasia e ci conduce verso il protagonista: Billy Pilgrim.
Billy è un uomo normale che gode di un benessere economico che mai avrebbe pensato da giovane. Ha una moglie, un po' corposetta e amante del cibo, due figli, ed una casa borghese.
Billy è stato una delle tante vittime della seconda guerra mondiale. Totalmente incapace a sopravvivere ad un conflitto, si è ritrovato sul fronte come assistente del cappellano; qui durante la campagna delle Ardenne, viene catturato dai tedeschi, fatto prigioniero e costretto al lavoro coatto a Dresda.
E' un uomo normale Billy, ma solo se ci limitiamo ad uno sguardo superficiale.
Egli ha il dono di viaggiare nel tempo, salta involontariamente da un momento all'altro della propria vita. In più ha fatto un incontro speciale. E' stato catturato da alcuni alieni che lo hanno fatto diventare la principale attrazione in uno zoo.
Ci ritroviamo smarriti tra continui salti temporali, un puzzle intricato che ricostruisce la vita del nostro non-eroe. E quella Dresda, primo motore della narrazione, si avvicina e si allontana come uno spettro.
"Mattatoio n. 5" è un apparente caos, una tentata fuga da un dramma che rimarrà sempre appiccicato addosso al narratore; e ciò incide lo stesso approccio di scrittura che intervalla fasi grottesche e più scanzonate, ad altre che si spingono verso un realismo più crudo.
Siamo dinnanzi ad un romanzo che, come il suo protagonista, è semplice solo in superficie.
Nella lettura emerge un fascio infinito di impulsi che aprono inevitabilmente a mutevoli prospettive interpretative. E non poteva essere altrimenti visto i temi affrontati; Dresda conduce a ragionamenti su morte, guerra, destino e tempo, forze ineluttabili che travolgono l'esistenza umana e non lasciano spazio ad alcuna spiegazione. In assenza di risposte non rimane che la resilienza, uno stoicismo che suggerisce l'accettazione dei drammi, che tanto sempre ci saranno, ed il saper vivere a pieno i momenti felici.
Finita la lettura rimangono input, pensieri, idee vaghe e distorte, stimoli di un libro complesso ed appagante.

«La morte è una necessità invincibile e uguale per tutti: chi può lamentarsi di trovarsi in una condizione a cui nessuno può sottrarsi?»
-Seneca-

Habemus Judicium:
Ismail

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