domenica 18 settembre 2011

10000!!!

"Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell'abisso, inferno o cielo non importa. Giù nell'ignoto per trovarvi del nuovo"
-Charles Baudelaire-

Ed eccoci qui. Fra alti e bassi, fra entusiasmi e rallentamenti, siamo giunti a 10000 visualizzazioni. 
Di questo ringraziamo voi, che ci date fiducia, sostenendoci o comunque interessandovi a ciò che, di volta in volta, scriviamo. Ultimamente, causa vacanze e impegni vari, ci è stato difficile mantenere costante il numero di post, specie alla luce di una considerazione; senza voler fare paragoni o confronti, il nostro blog offre post dedicati a svariati argomenti, spesso impegnati, ed oltre ad essere scritti in modo documentato (il più possibile), sono talvolta molto meditati. 
Ciò che ci ripromettiamo, in rispetto della vostra fiducia, è cercare di  mantenere alta la nostra attenzione per questo prezioso strumento, fornendovi sempre la possibilità di avere materiale nuovo.
L'appuntamento a questo punto è di quelli impegnativi, ma ambizioso: arrivederci alle 100000 visualizzazioni!!!

Lo Staff

martedì 6 settembre 2011

MA I TERRONI ESISTONO?

Qualche giorno fa si è verificato un episodio che subito è balzato alle cronache: l'allenatore dell' Hellas Verona, Andrea Mandorlini, durante la presentazione della squadra davanti al suo pubblico, dopo aver esposto i progetti della squadra e le consuete dichiarazioni di intenti, di sua iniziativa, si è esibito in un coro di sfottò nei confronti dei salernitani al grido di: Ti amo terrone!
La tifoseria, che già si era eccitata con un Salerno, Salerno, vaffanculo!, ha così avuto modo di esplodere la propria libidine sulle note del tecnico istrione e demagogo.
Il povero Cristo di Mandorlini non immaginava che la sua esibizione facesse così scalpore, provocando dibattiti e polemiche mediatiche a destra e manca. Intervenuto a difesa di se stesso, il tecnico ravennate si è giustificato definendo il suo gesto una goliardata figlia del clima allegro e festante della presentazione. Aggiungendo poi che due giocatori della sua rosa sono meridionali e che gli stessi l'hanno presa sul ridere.
A parte il fatto che quest'ultimo argomento non ha minimamente importanza per due motivi: 1) due tesserati difficilmente andrebbero contro tecnico e tifoseria per difendersi da uno sfottò, salvo propositi suicidi e eversivi; 2) i calciatori sono per lo più dei decerebrati bambinoni abituati a strusciarsi i piselli l'uno sul sedere dell'altro sotto le docce per farsi due risate o tirarsi piatti in faccia l'uno contro l'altro (vedi l'episodio di un altro goliardico balzato agli onori della cronaca: Salvatore Masiello); non si pongono tutte queste questioni etiche come a fame nel mondo o la difesa della dignità e della tradizione di un'etnia.
E' il contesto che inchioda Mandorlini.
Se fosse stato a cena con la squadra e avesse scherzato con i suoi giocatori, fra cui i suddetti infiltrati terroni, sarebbe stata cosa ben diversa. In quel caso poteva essere solo un voler prendere in giro singolarmente due soggetti. Ma se tale gesto viene compiuto dinnanzi ad una tifoseria di cafoni razzisti e fascisti, beh, metti un bel po' di benzina sul fuoco.
Ma mi fermo qui: Mandorlini è stato già messo abbastanza sotto accusa.
Può bastare.
In realtà volevo prendere spunto da questo episodio per trattare il tema più generale delle differenze e delle barriere culturali fra nord e sud alle soglie del 2012.
Per esperienza personale penso di essere abbastanza adatto, nella mia inevitabile soggettività, a dare un' opinione che tenga conto dei vari contesti geografici e culturali della nostra penisola. Avendo vissuto in due delle tre più importanti città d'Italia ed essendo originario proprio di quel meridione di cui Mandorlini è innamorato.
Quindi, cosa rispondo alla domanda esistono ancora grosse differenze culturali e caratteriali fra nord e sud?  Rispondo: Eccome!
Sento di dover confermare in parte i luoghi comuni sia sul sud italia che sul nord.
Per chi avesse avuto esperienza non solo con persone del meridione, ma nel meridione stesso, è immediato l'entrare in contatto con un calore diverso, un modo di fare estroverso e più colorito.
A tutto ciò si contrappone un modo totale di vivere il quotidiano, in cui il rapporto con le persone care è più intenso e viscerale, anche più schietto. Ciò non sempre può risultare un vantaggio.
Di contro al nord la gente tende ad essere più chiusa e conservativa nei rapporti interpersonali, a favore di una gestione più mediata dei sentimenti. Sicuramente la diffidenza è il connotato tipico del carattere nordico. Secondo me la differenza abissale sta nel fatto che al nord si tende a reprimere o comunque diluire la propria personalità a favore di un profilo basso e discrezionale. Nel sud Italia, invece, si tende ad essere estroversi ed esprimere la propria personalità, a volte anche in modo prevaricante. A livello di abitudini, stili di vita e gusti, invece, non si sono poi tutte queste differenze. L'impero mediatico, la cultura di massa, la globalizzazione hanno contribuito non poco a uniformare le preferenze.
Ma allora c'è ancora discriminazione, come l'episodio di Mandorlini suggerirebbe?
La mia risposte è ni, nel senso che non si può parlare di disprezzo, né di odio come poteva accadere negli anni dell'immigrazione. Va però detto che c'è molta diffidenza reciproca. Non sono solo i più settentrionali ad essere guardinghi e prevenuti nei confronti dei connazionali del meridione, considerandoli arretrati e fannulloni. Spesso anche il meridionale parte prevenuto nei confronti del nordico, considerandolo snobista e bamboccione.
Questo porta al risultato di innalzare la barriera culturale di cui sopra che spesse volte porta a incomprensioni e fraintendimenti francamente assurdi.
Moglie e buoi dei paesi tuoi perciò?
Non è detto perché alla fine ciascuno di noi è diverso, matura le sue personalissime esperienze che ne condizionano le inclinazioni.
Prendete Mandorlini: dopo l'esonero dalla panchina del Cluji sentiva il bisogno di farsi amare in qualche modo dai suoi nuovi tifosi, vista la traumatica esperienza precedente...no?

Bob Harris

venerdì 2 settembre 2011

UN FRAMMENTO NOIR

"La sofferenza è forse l'unico mezzo valido per rompere il sonno dello spirito
-Saul Bellow-

Hype era seduto in un angolo del locale come sempre immerso nei suoi pensieri . L’oscurità nutriva il suo abbandono e favoriva il suo meditare. Hype era spesso in quello stato, quasi sempre a causa delle donne, o almeno di quello che certe donne provocavano in lui. Egli si mostrava scostante, cinico e glaciale nella sua cordialità con la maggior parte di esse, se non circa la totalità. Ciò lo scoraggiava alquanto. Mi spiego: non credo fosse voluto il suo essere così ostico al gentil sesso, tant’è vero che le sue carenze erano di tipo sostanziale e nient’affatto formali, tanto da portare ad affermare che a quel ragazzo << beh si… eppure gli manca qualcosa…>>. Non ci si poteva certo lamentare dei suoi modi o delle sue idee. Ma in fondo chi aveva accesso a quest’ultime? Ermetico e autistico, in poche parole chiuso. Di tanto in tanto però si presentava a lui, in circostanze particolari e assai rare, un soggetto femminile ai suoi occhi “diverso” da quella totalità di cui sopra. Si parla di poche unità, nell’ordine delle due, massimo tre in un anno. Tali entità avevano il potere di sconvolgere e scuotere la sua prospettiva e la sua disillusa concezione dei rapporti sentimentali. Donne così presagivano grossi cambiamenti in Hype, tali da sintetizzare il suo ego in qualcosa di nuovo. Ecco che la sua clausura emotiva fa il suo lavoro. Mai, infatti, ebbe ad approfittare di tali generose occasioni, non certo per via di un suo rifiuto. Non vi era evidentemente preparato. La fine del ciclone era il conseguente vuoto che esso lasciava in lui. Ed ecco in quale stato d’animo ritroviamo il nostro compagno. Stavolta però il ciclone lo aveva frantumato. Mai egli credeva di poter arrivare a pensare determinate realtà, né a cercare di assecondarle. Il ciclone aveva un nome: Eden. Eden rappresentava la perfezione in terra. Tale armonia di forme e piccole imperfezioni la rendevano sublime e onnipotente. Una maturità mentale e una personalità fuori dal comune a dispetto di una fin troppo giovane  età. Un concentrato di candore in lenta disgregazione e, allo stesso tempo, già maliziosa e riflessiva gioventù. Sensuale e sicura nei suoi mezzi, era ribelle come ogni fanciulla la cui acerba età lo permettesse; purtuttavia fragile e introspettiva.   Eden era entrata nella vita di Hype in un’età infantile di cui egli custodiva gelosamente il ricordo, perché tutto ciò e tutti coloro che facevano parte del passato felice di Hype erano oggetto di morbosa custodia. Ella riaffiorava splendida e plasmata da quel passato lontano. Sembrava essere riaffiorata per destare Hype dal suo torpore. Ma l’effetto che produsse in lui andò ben al di là di quanto prevedibile. Il risultato fu che Hype- sembra assai sciocco e paradossale per un tipo razionale e calcolatore come lui- credette, per la prima volta in vita sua, che la perfezione esisteva. Ed era vero, lei era perfetta. Perfetta per lui.
Bob Harris