Scena tratta da "La notte dei morti viventi" di Romero |
«Passarono accanto alla folla sul lato della strada, una station wagon avana e un catorcio di Ford tirata su col cric. S'accorsero subito che c'era un negro in mezzo ad una folla e non stava certo predicando Gesù Cristo»
(da "La notte che si persero il film dell'orrore")
Joe R. Lansdale è uno dei più prolifici autori contemporanei; all'attivo ha un'infinità di racconti di cui si fa difficoltà a tenere il conto, una 40ina di romanzi, una manciata di strip/graphic novel, nonché qualche sceneggiatura cinematografica.
Lo scrittore texano incuriosisce e sfugge da ogni etichetta, è una vera e propria bestia della narrativa di genere che, con disarmante agevolezza ed una sapiente commistione tra classico e moderno, ha saputo passare dalla fantascienza al noir, dal giallo al pulp, dall'horror al western.
Il filo conduttore che unisce il tutto è il suo Texas, quell'America profonda intrisa di ideali conservatori, dove il forte sentimento religioso viene fatto convivere con razzismo, violenza e cinismo; e partendo dalla sua terra mette in scena una spietata satira sociale che si declina attraverso lo humor nero e l'accavallarsi di personaggi putridi, una lettura resa incessante da brutali ed irresistibili accelerazioni narrative.
Lansdale diverte, intriga e sopratutto disgusta.
Le sue sono opere non lasciano indifferente e danno vita ad un inconciliabile binomio attrazione/repulsione. Ed anche in "Maneggiare con cura", edito da Fanucci, le cose non cambiano, una raccolta magnifica ed allo stesso tempo non per per tutti.
Mi spiego brevemente.
Ogni persona ha una propria idea di limite, un confine etico/morale oltre il quale ogni strada è preclusa. Il buon Lansdale nello scrivere questo limite non ce l'ha, o per lo meno il confine di ciò che può o non può essere detto, pensato, immaginato è ben più ampio rispetto al comune sentire.
Qualche esempio? In rapida successione troviamo teste infilzate nei pali, cani che si sbranano, un'occhio a penzoloni che si tiene solo grazie ai tendini, un feto utilizzato come randello e dei simpatici necrofili. A questo va aggiunto un linguaggio basso e triviale, mai gratuito va detto, che può turbare il lettore più sensibile.
Lansdale non sarà per tutti i palati, ma il risultato che si raggiunge con "Maneggiare con cura" è eccellente, una raccolta che manda un brodo di giuggiole gli amanti del genere e che, in alcuni passaggi, spinge a gridare al capolavoro.
Lansdale, libero da ogni legaccio, si muove con grande libertà, mescola i generi e ci propina serial Killer, animali mutanti in futuri post-apocalittici, perfidi bifolchi, scontri razziali e drive-in che nascondono i segreti più inconfessabili.
Dei 15 racconti molti fanno gridare al capolavoro, quasi tutti costringono una lettura a ritmi forzati: non si vede l'ora di vedere come andrà a finire e una volta concluso un racconto, con rinnovate grandi aspettative, ci si lancia con divertimento e velocità nella storia successiva.
Abbiamo "L'arena" che apre la raccolta con i botti e ci porta tra terribili rednecks che catturano i forestieri e li allenano, massacrandoli di lavoro, per un sanguinolento sport a cui tengono tanto; "Piccole suture sulla schiena di un morto", ossia il diario redatto da uno dei responsabili della fine del mondo; ed ancora "Girovagando nell'estate del '68" sorprendente miscela tra il romanzo di formazione alla Twain e l'horror; c'è spazio per uno slasher ("Incidente su una strada di montagna") che ci fa correre a perdifiato all'interno di un bosco, sentire i rami che si spezzano sotto i piedi e vedere una luna splendente che illumina fronde e sentieri. Così come non mancano titoli scanzonati come "Godzilla in riabilitazione" o "La bambola gonfiabile:una favola" dove lo strumento sessuale in pvc ci regala prospettive inaspettate.
Potrei continuare a snocciolare titoli ed illustrare trame, ma questa sarebbe un'operazione tanto inutile quanto lesiva del piacere della scoperta.
Un consiglio, spassionato: raccattatelo, maneggiatelo con cura e lanciatevi in questo esplosivo e pessimista pot pourri orrorifico.
Il filo conduttore che unisce il tutto è il suo Texas, quell'America profonda intrisa di ideali conservatori, dove il forte sentimento religioso viene fatto convivere con razzismo, violenza e cinismo; e partendo dalla sua terra mette in scena una spietata satira sociale che si declina attraverso lo humor nero e l'accavallarsi di personaggi putridi, una lettura resa incessante da brutali ed irresistibili accelerazioni narrative.
Lansdale diverte, intriga e sopratutto disgusta.
Le sue sono opere non lasciano indifferente e danno vita ad un inconciliabile binomio attrazione/repulsione. Ed anche in "Maneggiare con cura", edito da Fanucci, le cose non cambiano, una raccolta magnifica ed allo stesso tempo non per per tutti.
Mi spiego brevemente.
Ogni persona ha una propria idea di limite, un confine etico/morale oltre il quale ogni strada è preclusa. Il buon Lansdale nello scrivere questo limite non ce l'ha, o per lo meno il confine di ciò che può o non può essere detto, pensato, immaginato è ben più ampio rispetto al comune sentire.
Qualche esempio? In rapida successione troviamo teste infilzate nei pali, cani che si sbranano, un'occhio a penzoloni che si tiene solo grazie ai tendini, un feto utilizzato come randello e dei simpatici necrofili. A questo va aggiunto un linguaggio basso e triviale, mai gratuito va detto, che può turbare il lettore più sensibile.
Lansdale non sarà per tutti i palati, ma il risultato che si raggiunge con "Maneggiare con cura" è eccellente, una raccolta che manda un brodo di giuggiole gli amanti del genere e che, in alcuni passaggi, spinge a gridare al capolavoro.
Lansdale, libero da ogni legaccio, si muove con grande libertà, mescola i generi e ci propina serial Killer, animali mutanti in futuri post-apocalittici, perfidi bifolchi, scontri razziali e drive-in che nascondono i segreti più inconfessabili.
Dei 15 racconti molti fanno gridare al capolavoro, quasi tutti costringono una lettura a ritmi forzati: non si vede l'ora di vedere come andrà a finire e una volta concluso un racconto, con rinnovate grandi aspettative, ci si lancia con divertimento e velocità nella storia successiva.
Abbiamo "L'arena" che apre la raccolta con i botti e ci porta tra terribili rednecks che catturano i forestieri e li allenano, massacrandoli di lavoro, per un sanguinolento sport a cui tengono tanto; "Piccole suture sulla schiena di un morto", ossia il diario redatto da uno dei responsabili della fine del mondo; ed ancora "Girovagando nell'estate del '68" sorprendente miscela tra il romanzo di formazione alla Twain e l'horror; c'è spazio per uno slasher ("Incidente su una strada di montagna") che ci fa correre a perdifiato all'interno di un bosco, sentire i rami che si spezzano sotto i piedi e vedere una luna splendente che illumina fronde e sentieri. Così come non mancano titoli scanzonati come "Godzilla in riabilitazione" o "La bambola gonfiabile:una favola" dove lo strumento sessuale in pvc ci regala prospettive inaspettate.
Potrei continuare a snocciolare titoli ed illustrare trame, ma questa sarebbe un'operazione tanto inutile quanto lesiva del piacere della scoperta.
Un consiglio, spassionato: raccattatelo, maneggiatelo con cura e lanciatevi in questo esplosivo e pessimista pot pourri orrorifico.
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