«A Roma di questi tempi fa freddo, ma spesso c’è la tramontana che spazza via le nuvole.
E allora c’è il sole. E fa freddo. La città è rossa e arancione, il cielo azzurro ed è bello camminare per le strade sui sampietrini. Escono fuori tutti i colori, quando c’è la tramontana. Come uno straccio che toglie la polvere accumulata su un quadro antico…»
Un corpo viene ritrovato semisepolto dalla neve su una pista da sci a Champoluc, sopra Aosta, dopo esser stato schiacciato da un battipista, un bestione con i cingoli da più di dieci tonnellate.
Sul luogo pochissimi indizi: un po' di tabacco, residui organici, frammenti di indumenti ed un elemento inquietante che lascia immaginare che dietro quel corpo ci possa essere un omicidio.
Per chi indaga «questa è una rottura di coglioni livello 10 cum laude».
Inizia così "Pista nera", romanzo edito dalla Sellerio nel 2013, firmato dall'esordiente Antonio Manzini. E' il primo capitolo della fortunata serie di Rocco Giallini, personaggio di recente assurto al grande pubblico grazie all'omonima fiction con protagonista Marco Giallini.
Rocco è un vice-questore, ma non incarna il poliziotto tutto d'un pezzo. Odia profondamente il suo lavoro, è saccente, infedele, caustico e cattivo. Sopratutto è un corrotto che arrotonda il suo esiguo stipendio con qualche lavoretto extra al fine di raggiungere un più consono pensionamento, un ritiro dorato in un villa isolata nella campagna della Provenza, lontana dalla tediosa umanità.
Da quattro mesi però, a causa del suo passato non troppo limpido, si trova imbrigliato in uno dei suoi peggiori incubi: allontanato da Mamma Roma, gli tocca lavorare nella fredda, plumbea e nevosa Aosta.
Nonostante tutto, Rocco Schiavone ha un particolare talento per il quale acquista la dignità di essere raccontato in un romanzo giallo: mettere insieme i pezzi e risolvere i casi più intricati.
"Pista nera" è una piacevole scoperta.
L'indagine che si apre è tutto tranne che scontata. Un ricco puzzle che si arricchisce pagina dopo pagina, fa crescere la giusta tensione e spinge ad una lettura a ritmi forzati per sapere come andrà a finire.
Apprezzabile lo stile, una penna in grado di proiettare il lettore in panorami montani mai esplorati (e qui parlo da cittadino che la neve neanche vuole vederla in cartolina), capace di caratterizzare adeguatamente con poche pennellate i personaggi che appaiono nel corso della storia (belli i brevi passaggi sulla figura della moglie del vicequestore).
Abbiamo un romanzo di genere incentrato su personaggio più antipatico del solito, sporco e cattivo del solito, capace, nonostante qualche strizzata d'occhio di troppo al lettore, di allontanarsi da un certo buonismo che serpeggia nell'attuale panorama giallistico italiano e ravvivarlo attraverso una formula che coniuga felicemente il disimpegno con un pizzico di venatura neorealista.
Insomma cari lettori, se siete alla ricerca di un romanzo da leggere in ogni occasione, da un viaggio in metropolitana alle infinite code alle poste, scorrevole ed intrigante "Pista nera" fa per voi, non ve ne pentirete!
Habemus Judicium:
Ismail
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