Un gigante di due metri, nero e dal viso bonaccione si presenta alla corte della regina Elisabetta di Inghilterra: in mano ha un casco di banane e, porgendolo simbolicamente, afferma che servirà a sfamare il popolo inglese, all'epoca (siamo negli anni 70') in piena crisi economica e lavorativa.
Il gigante si chiama Idi Amin ed è il presidente dell'Uganda.
Questo aneddoto rende perfettamente l'idea di che tipo di persona possa essere.
Una figura carismatica, possente e prepotente.
E' incredibile come pochi giovani conoscano una delle figure più controverse ed efferate del ventesimo secolo. A conti fatti Idi Amin ha rappresentato, seppur in proporzione minore, quello che rappresentarono Hitler e Stalin per Germania e Russia, o se preferite Saddam Hussein, Batista, Pinochet, Videla, Barrientos e compagnia bella. Un dittatore, un despota, ma, soprattutto, un bambino capriccioso e arrogante. Bambino di spietatezza disumana e brutalità spaventosa.
Il gigante si chiama Idi Amin ed è il presidente dell'Uganda.
Questo aneddoto rende perfettamente l'idea di che tipo di persona possa essere.
Una figura carismatica, possente e prepotente.
E' incredibile come pochi giovani conoscano una delle figure più controverse ed efferate del ventesimo secolo. A conti fatti Idi Amin ha rappresentato, seppur in proporzione minore, quello che rappresentarono Hitler e Stalin per Germania e Russia, o se preferite Saddam Hussein, Batista, Pinochet, Videla, Barrientos e compagnia bella. Un dittatore, un despota, ma, soprattutto, un bambino capriccioso e arrogante. Bambino di spietatezza disumana e brutalità spaventosa.
Personaggio misterioso, di lui si hanno fin troppe informazioni contraddittorie a partire dalla data e luogo di nascita: 1924 o 1925, chi lo sa, per il dove forse a Kampala. La sua grossa statura fisica unita al suo peso lo predispongono fin da piccolo a una carriera da peso massimo di pugilato, divenendo campione Ugandese dal 51 al 60.
Dopo lavoretti saltuari, si arruolò nell'esercito britannico, divenne soldato della King's African Rifles, corpo militare dei possedimenti coloniali britannici e arrivò al grado di effendi, ufficiale di sicurezza, il più alto grado conferibile ad un africano.
Lui dichiarò di aver preso parte alla seconda guerra mondiale, cosa assai improbabile e, da più parti, smentita. Niente di strano, la complessa personalità di Amin comprendeva la berlusconiana caratteristica di sparare stupidaggini e spacciarle per verità. Mentire era nelle sue corde, come quando affermava che le ragazze che entravano nella sua tenda e con le quali veniva sorpreso dai commilitoni erano sue Dada, cioè sorelle, in ugandese: da qui il soprannome che porterà sempre con sé affiancato al suo nome, Idi Amin Dada.
Tornato in Uganda diviene sottotenente e, in quegli anni (siamo tra il '61 ed il '62), beneficia dell'indipendenza ugandese e del regime instaurato da Obote, scalando ulteriori posizioni nell'esercito (da capitano a generale, fino a comandante dell'esercito).
Amin era uomo di fiducia di Obote. Con lui si diede al redditizio contrabbando di oro, caffè ed avorio. Capirete, quindi, che, fin dagli inizi, l'animo del giovane gigante era facilmente corruttibile e concupiscente.
L'idillio fra i due era però destinato a rompersi: Amin era ambizioso e puntava a scalzare Obote dal trono: iniziò a reclutare membri delle etnie Nubiane, per comporre un suo esercito personale. E' evidente il suo intento di preparare il classico colpo di stato militare, tanto in voga presso regimi fragili e instabili dell'Africa. L'occasione fu la notizia, appresa da Idi, dell'intenzione di Obote di farlo arrestare per essersi appropriato di stanziamenti di armi.
Giunse così il golpe ed il 25 gennaio 1971 sale al potere. Col senno di poi le reazioni entusiastiche dei governi occidentali (Gran Bretagna, Stati Uniti ed Isreale in primis) che ne seguirono, oggi hanno l'amaro sapore della beffa.
Dopo lavoretti saltuari, si arruolò nell'esercito britannico, divenne soldato della King's African Rifles, corpo militare dei possedimenti coloniali britannici e arrivò al grado di effendi, ufficiale di sicurezza, il più alto grado conferibile ad un africano.
Lui dichiarò di aver preso parte alla seconda guerra mondiale, cosa assai improbabile e, da più parti, smentita. Niente di strano, la complessa personalità di Amin comprendeva la berlusconiana caratteristica di sparare stupidaggini e spacciarle per verità. Mentire era nelle sue corde, come quando affermava che le ragazze che entravano nella sua tenda e con le quali veniva sorpreso dai commilitoni erano sue Dada, cioè sorelle, in ugandese: da qui il soprannome che porterà sempre con sé affiancato al suo nome, Idi Amin Dada.
Tornato in Uganda diviene sottotenente e, in quegli anni (siamo tra il '61 ed il '62), beneficia dell'indipendenza ugandese e del regime instaurato da Obote, scalando ulteriori posizioni nell'esercito (da capitano a generale, fino a comandante dell'esercito).
Amin era uomo di fiducia di Obote. Con lui si diede al redditizio contrabbando di oro, caffè ed avorio. Capirete, quindi, che, fin dagli inizi, l'animo del giovane gigante era facilmente corruttibile e concupiscente.
L'idillio fra i due era però destinato a rompersi: Amin era ambizioso e puntava a scalzare Obote dal trono: iniziò a reclutare membri delle etnie Nubiane, per comporre un suo esercito personale. E' evidente il suo intento di preparare il classico colpo di stato militare, tanto in voga presso regimi fragili e instabili dell'Africa. L'occasione fu la notizia, appresa da Idi, dell'intenzione di Obote di farlo arrestare per essersi appropriato di stanziamenti di armi.
Giunse così il golpe ed il 25 gennaio 1971 sale al potere. Col senno di poi le reazioni entusiastiche dei governi occidentali (Gran Bretagna, Stati Uniti ed Isreale in primis) che ne seguirono, oggi hanno l'amaro sapore della beffa.
Amin avrebbe egregiamente dimostrato di essere ben diverso da quel buon giocatore di calcio descritto dal Foreign Office britannico. Diciamo che, più che altro, a calcio ci giocava con le teste degli oppositori politici. Teste che non scarseggiavano di certo, essendo operative, e sotto il suo strettissimo comando, le Squadre Della Morte, un gruppetto ben selezionato con il compito di scovare, torturare e annientare oppositori politici e intellettuali dissidenti. Amin ebbe a dire a riguardo: «I miei nemici? Li faccio a pezzi e li do in pasto ai coccodrilli e i loro peni li attacco alla cintura ».
In mezzo a tutto ciò vennero compiuti i peggiori crimini: genocidi, persecuzioni razziali (nei confronti dei gruppi etnici degli Acholi, Lango e Indiani, per citarne alcuni) e religiose, donne e bambini compresi.
Tant'è che, come dichiarò Henry Kiemba (a lungo ministro della sanità del Paese) nel suo libro A State Of Blood, ormai Amin non si preoccupava neanche di far seppellire i cadaveri delle persone uccise; li lasciava ai coccodrilli, i quali, udite udite, affermava di controllare con il pensiero: non può non starvi simpatico un personaggio così, con quel bel faccione paffuto.
Era un colorito folle omicida, un tantino megalomane.
Fatto sta che l' International Commission Of Jurists ha documentato oltre 800 mila uccisioni.
Niente male. Si dice che fece uccidere persino uno dei suoi innumerevoli figli (era poligamo) ed è certo che fece uccidere una delle sue mogli, colpevole di averlo tradito; il come è terribile: la fece a pezzi, la ricucì (scena presente nel film "L'ultimo Re Di Scozia" anche se in parte falsa; nella pellicola, per dare un impatto visivo più sconvolgente, gambe e braccia vengono ricuciti invertiti), e fatta trovare nel bagagliaio di un auto.
Molti sostengono fosse cannibale.
C'è un episodio che viene ritenuto abbastanza credibile: durante una riunione del consiglio dei ministri ugandese, il ministro del bilancio tentava di spiegare a Sua Eccellenza le difficoltà a far quadrare i conti. Amin sosteneva che era solo una questione di numeri, mentre il ministro ribatteva che la finanza era qualcosa di diverso fatto fa variabili complesse.
Al termine della discussione, Amin chiamò il suo ex professore di matematica, lo uccise e gli mangiò il cervello. Ora finalmente avrebbe compreso il bilancio.
E tutti quelli che non consumava sul momento, leggenda vuole, se li pappava con calma dopo averli conservati in frigorifero. Insomma, Hannibal Lecter al confronto sembra uno naif e ingenuo rispetto al sadismo brutale di Big Daddy (si, si faceva chiamare proprio così).
Le stravaganze di Idi, se così vogliamo chiamarle, vennero accolte con ironia ed ilarità dall'opinione britannica ed occidentale in generale. Veniva dipinto come un buffone narcisista. Ci si fermava alle innumerevoli medaglie che ostentava sulla sua camicia ed ai numerosi titoli che si autoconferì: "Sua Eccellenza il Presidente a vita, Feldmaresciallo Al Hadji Dottor Idi Amin, VC, DSO, MC, Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell'Impero britannico, in Africa in Generale e in Uganda in Particolare". Ci si limitava a rappresentarlo come un grosso omone animalesco, fatto che lo connotava come personaggio comico ed eccentrico.
Ma dopo le confessioni del ministro della sanità, i pochi che continuavano a vederlo in questo modo, ebbero ben poco da riderci su.
C'è un episodio che viene ritenuto abbastanza credibile: durante una riunione del consiglio dei ministri ugandese, il ministro del bilancio tentava di spiegare a Sua Eccellenza le difficoltà a far quadrare i conti. Amin sosteneva che era solo una questione di numeri, mentre il ministro ribatteva che la finanza era qualcosa di diverso fatto fa variabili complesse.
Al termine della discussione, Amin chiamò il suo ex professore di matematica, lo uccise e gli mangiò il cervello. Ora finalmente avrebbe compreso il bilancio.
E tutti quelli che non consumava sul momento, leggenda vuole, se li pappava con calma dopo averli conservati in frigorifero. Insomma, Hannibal Lecter al confronto sembra uno naif e ingenuo rispetto al sadismo brutale di Big Daddy (si, si faceva chiamare proprio così).
Le stravaganze di Idi, se così vogliamo chiamarle, vennero accolte con ironia ed ilarità dall'opinione britannica ed occidentale in generale. Veniva dipinto come un buffone narcisista. Ci si fermava alle innumerevoli medaglie che ostentava sulla sua camicia ed ai numerosi titoli che si autoconferì: "Sua Eccellenza il Presidente a vita, Feldmaresciallo Al Hadji Dottor Idi Amin, VC, DSO, MC, Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell'Impero britannico, in Africa in Generale e in Uganda in Particolare". Ci si limitava a rappresentarlo come un grosso omone animalesco, fatto che lo connotava come personaggio comico ed eccentrico.
Ma dopo le confessioni del ministro della sanità, i pochi che continuavano a vederlo in questo modo, ebbero ben poco da riderci su.
L'espulsione degli asiatici presenti in territorio ugandese fu il nuovo botto che scandalizzò l'opinione pubblica mondiale. Le relazioni con l'occidente si fecero tese. La scelta ebbe anche ricadute disastrose sull'economia: i 50 mila asiatici espulsi si occupavano di piccole e medie imprese ugandesi.
Ma che ci volete fare?
Ad Amin lo aveva detto Allah di cacciarli.
Eppoi secondo lui gli asiatici ciucciavano latte dalla mammella della vacca Uganda senza apporre contributo al suo benessere economico.
L'arroganza e supponenza di Amin lo spinsero a caricare a testa bassa un po' dappertutto. Big Daddy attaccò il Kenya rivendicandone parte dei territori e fu persuaso a desistere dal suo proposito solo dopo aver constatato che, lungo il confine keniota, erano stata disposte ingenti truppe e mezzi corazzati.
Non pago troncò i rapporti con Israele, sostenendo apertamente l'OLP palestinese. Riguardo ad Israele disse: «Hitler ha fatto bene ad uccidere sei milioni di ebrei».
L'allontanamento di Israele fu seguito da una politica di avvicinamento alla Libia ed all'URSS. Seguì il conseguenziale gelo con Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.
La rottura con la Gran Bretagna portarono Amin ad autoconferirsi un altro titolo: si autoproclamò ultimo Re di Scozia. Perché mai, ci si può chiedere.
Bene, come soldato coloniale, Idi era stato agli ordini di ufficiali scozzesi, maturando nel tempo una forte simpatia per il popolo e la cultura scot. Spiegazione più semplice non si può trovare.
Ed ecco parate militari e manifestazioni ufficiali in kilt e cornamusa, un mondo straniante ed imbarazzante se associato ad un paese africano. Sicuramente però per il dittatore ugandese era l'ennesima occasione di ostentazione e appariscenza, poteva rimanere al centro della scena.
Il tracollo era però vicino.
E' quasi unanime che l'avvenimento centrale per la caduta del suo regime fu il dirottamento di un volo Air France; siamo nel 1976 ed a bordo c'erano una cinquantina di delegati israeliani.
A una prima fase di negoziazioni fallimentari, in cui fu proposto di rilasciare solo gli ostaggi non israeliani, seguì una seconda in cui vi fu l'intervento delle truppe di Israele (gente d'azione, molto più a loro agio con in mano un fucile che con una Bibbia) che portò alla liberazione degli ostaggi, salvo qualche trascurabile perdita umana. La classica goccia che fece traboccare il vaso fu il tentativo di Idi di invadere la Tanzania. Da qui la sua deposizione. L'esercito tanzaniano, assieme ad alcuni ribelli ugandesi lì rifugiatisi, prese Kampala, la capitale dell'Uganda. Le perdite per la Tanzania furono di un carro armato. Non un carro armato vero eh...probabilmente solo un modellino appartenente al figlio di qualche soldato.
Ma che ci volete fare?
Ad Amin lo aveva detto Allah di cacciarli.
Eppoi secondo lui gli asiatici ciucciavano latte dalla mammella della vacca Uganda senza apporre contributo al suo benessere economico.
L'arroganza e supponenza di Amin lo spinsero a caricare a testa bassa un po' dappertutto. Big Daddy attaccò il Kenya rivendicandone parte dei territori e fu persuaso a desistere dal suo proposito solo dopo aver constatato che, lungo il confine keniota, erano stata disposte ingenti truppe e mezzi corazzati.
Non pago troncò i rapporti con Israele, sostenendo apertamente l'OLP palestinese. Riguardo ad Israele disse: «Hitler ha fatto bene ad uccidere sei milioni di ebrei».
L'allontanamento di Israele fu seguito da una politica di avvicinamento alla Libia ed all'URSS. Seguì il conseguenziale gelo con Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.
La rottura con la Gran Bretagna portarono Amin ad autoconferirsi un altro titolo: si autoproclamò ultimo Re di Scozia. Perché mai, ci si può chiedere.
Bene, come soldato coloniale, Idi era stato agli ordini di ufficiali scozzesi, maturando nel tempo una forte simpatia per il popolo e la cultura scot. Spiegazione più semplice non si può trovare.
Ed ecco parate militari e manifestazioni ufficiali in kilt e cornamusa, un mondo straniante ed imbarazzante se associato ad un paese africano. Sicuramente però per il dittatore ugandese era l'ennesima occasione di ostentazione e appariscenza, poteva rimanere al centro della scena.
Il tracollo era però vicino.
E' quasi unanime che l'avvenimento centrale per la caduta del suo regime fu il dirottamento di un volo Air France; siamo nel 1976 ed a bordo c'erano una cinquantina di delegati israeliani.
A una prima fase di negoziazioni fallimentari, in cui fu proposto di rilasciare solo gli ostaggi non israeliani, seguì una seconda in cui vi fu l'intervento delle truppe di Israele (gente d'azione, molto più a loro agio con in mano un fucile che con una Bibbia) che portò alla liberazione degli ostaggi, salvo qualche trascurabile perdita umana. La classica goccia che fece traboccare il vaso fu il tentativo di Idi di invadere la Tanzania. Da qui la sua deposizione. L'esercito tanzaniano, assieme ad alcuni ribelli ugandesi lì rifugiatisi, prese Kampala, la capitale dell'Uganda. Le perdite per la Tanzania furono di un carro armato. Non un carro armato vero eh...probabilmente solo un modellino appartenente al figlio di qualche soldato.
Amin fuggì e trovò rifugio in Arabia Saudita, vivendo grazie ad uno stipendio governativo gentilmente concesso e senza farsi un giorno di carcere per i crimini commessi; qui vi morì nel 2003 per grave complicazione da insufficienza renale.
Ah, dimenticavo.
Tentò di tornare in Uganda nel 1989 e riprendersi il trono, ma fu fermato in Zaire e convinto dal presidente Mobutu a fare dietro front. Così trascorse gli ultimi anni di vita in esilio a guardare film della Disney, che tanto gli piacevano, e a sognare la sua morte, che lui più volte aveva annunciato essergli apparsa in una delle sue fantasiose visioni, probabilmente dovute (si ipotizza) a neurosifilide.
l regno di Idi Amin Dada fu caratterizzato dalla violenza più selvaggia, dalla furia e dalla prevaricazione sul più debole; a farne le spese furono centinaia di migliaia di innocenti.
Nonostante ciò, è incredibile constatare come ancora molte persone vedano Amin come il messia dell'Uganda se non dell'Africa intera. Sarebbe troppo facile insistere col dire che sono degli sciocchi e che lui era solo un folle maniaco. In realtà il progetto di Amin di un'Africa libera dal potere occidentale era un proposito giusto e ammirevole. E di fronte all'Apartheid ed al colonialismo non poteva che suscitare entusiasmo tra la popolazione; a suo modo poteva rappresentare quell'Africa che osava sfidare apertamente le grandi potenze occidentali e gli invasori (seppur, a conti fatti, ciò è accaduto solo su un piano meramente dialettico). A ciò si aggiunge il raggiungimento di un benessere inconsueto per una parte di un continente in perenne crisi politica ed economica. I mezzi utilizzati furono però spaventosi.
Ah, dimenticavo.
Tentò di tornare in Uganda nel 1989 e riprendersi il trono, ma fu fermato in Zaire e convinto dal presidente Mobutu a fare dietro front. Così trascorse gli ultimi anni di vita in esilio a guardare film della Disney, che tanto gli piacevano, e a sognare la sua morte, che lui più volte aveva annunciato essergli apparsa in una delle sue fantasiose visioni, probabilmente dovute (si ipotizza) a neurosifilide.
l regno di Idi Amin Dada fu caratterizzato dalla violenza più selvaggia, dalla furia e dalla prevaricazione sul più debole; a farne le spese furono centinaia di migliaia di innocenti.
Nonostante ciò, è incredibile constatare come ancora molte persone vedano Amin come il messia dell'Uganda se non dell'Africa intera. Sarebbe troppo facile insistere col dire che sono degli sciocchi e che lui era solo un folle maniaco. In realtà il progetto di Amin di un'Africa libera dal potere occidentale era un proposito giusto e ammirevole. E di fronte all'Apartheid ed al colonialismo non poteva che suscitare entusiasmo tra la popolazione; a suo modo poteva rappresentare quell'Africa che osava sfidare apertamente le grandi potenze occidentali e gli invasori (seppur, a conti fatti, ciò è accaduto solo su un piano meramente dialettico). A ciò si aggiunge il raggiungimento di un benessere inconsueto per una parte di un continente in perenne crisi politica ed economica. I mezzi utilizzati furono però spaventosi.
***
Nel 2006, tre anni dopo la morte di Idi Amin Dada, è uscito il film ispirato alla sua vita: "L'ultimo Re Di Scozia" diretto da Kevin Macdonald.
Il film, che ha come protagonista il medico personale del dittatore (personaggio di fantasia interpretato da James McAvoy), segue le vicende che vanno dall'instaurazione del governo di Amin fino alla presa degli ostaggi del volo Air France.
Essendo protagonista un personaggio mai esistito, necessariamente parte degli episodi narrati sono inventati, anche se, spesso sono il frutto di un collage di eventi reali (un esempio è l'episodio della moglie di Amin). E non è un caso che la scelta di dirigere il film sia caduta su un esperto regista di documentari. Perciò, anche se romanzato, il film è uno strumento eccezionale per comprendere di più la personalità di Idi.
Il cast è fondamentale nella resa finale: McAvoy non è semplicemente bello, è bravo ed il suo futuro da attore di livello mondiale sembra assicurato. Ed ottime sono le prove del resto del cast.
Discorso a parte per Forest Whitaker (nelle vesti di Amin). A riguardo vi dico solo che "L'ultimo Re di Scozia" ha vinto tutto grazie alla sua interpretazione: Oscar, BAFTA e Golden Globe. E pensare che all'inizio non era stato preso in considerazione per la parte, essendo considerato un attore bonaccione e intellettuale. Il provino per la parte però smentì tutti, in primis il regista, fra i più scettici.
Whitaker restituisce perfettamente l'immagine di un uomo dall'aria buona e giocherellona, come Idi era, eppure tirannico e feroce. Entrambi, l'attore e il personaggio storico, hanno un viso paffuto e bonaccione, seppur con una diversa sfumatura: quella di Amin era uno sguardo truce, Whitaker riesce ad aggiunge un velo di perversione infantile.
Un pezzo di storia dell'umanità è stato scritto col sangue: "L'Ultimo Re di Scozia" ce lo ricorda egregiamente, aiutandoci a comprendere le possibili dinamiche che il potere può innescare.
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