Ma il ritmo è serratissimo. Non c'è il tempo materiale per sostare in uno qualsiasi di questi stati d'animo. Di conseguenza non c'è ragione per etichettare il film in una di quelle categorie.
Questa è un'Opera Matura di un genio.
Tratti tipici in comune con le 'opere ultime' dei maestri.
Pesantezza leggera
Il mastodontico e maestoso in una piuma
Il superconcetto mascherato fino a sparire
Iper-pensiero combinato con iper-senso
Il solito congegno a orologeria tipico degli autori che hanno sviscerato Totalmente il senso più profondo del DRAMMA.
Inesorabilità delle parabole individuali e collettive, nonché del piano generale, innescabile solo da quegli autori che pretendono, dopo una vita di scavo e studio, di conoscere le dinamiche dell'animo umano in modo talmente cristallino da gestirle poi, in scena, alla stregua di una Matematica.
La tensione tipica di un pensiero poderoso, quale certamente è quello di Allen, verso una riduzione iperrazionale e iperdeterministica delle vicissitudini emotive dei personaggi, si scontra ferocemente con l'osservazione empirica delle vite degli altri, che (sempre in tali autori) rimane vivissima e costante fino alla vecchiaia.
E' proprio questa battaglia tra analisi e riduzione iper-razionale fino all'annullamento nella pura logica meccanica da un lato e furia iper-emotiva e autocosciente dei caratteri, irriducibili a qualchessia matematica in quanto uomini, dall'altro a generare i capolavori drammatici più alti di ogni epoca. E probabilmente Irrational Man è giusto che lo si collochi per lo meno accanto a questi ultimi.
Le impressioni di chi scrive, d'altra parte, sono ancora troppo fresche; come troppo caldo è il trasporto individuale verso questo regista. Temo che per catalogare Irrational Man al fianco di Arancia Meccanica, Il Grande Dittatore o l'Amleto serviranno ancora molti anni. E soprattutto molte altre parole in più e più importanti che non quelle di un semplice blogger, per giunta musicista, e cinefilo solo per caso.
Vargas Snaporidis
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