sabato 2 gennaio 2016

PARERGA E PARALIPOMENA ON LADY GAGA

 Esattamente due anni fa, con 'Poker Face' e 'Bad Romance' a tutto volume nelle cuffie, scrivevo in due notti quattro racconti sul fallimento di una personalità latamente 'romantica', accademica e stantia. Il perché lo ignoro tuttora.
 S'intenda, avevo sempre avuto i miei peccati di 'pop' e 'trash' eccetera. E conoscevo già le 2 tracce e i videoclip, come qualsiasi individuo di allora non chiuso in monastero. Ma quando le ho fatte partire quella volta sapevo cosa cercavo.

 E in un baleno ho capito quasi tutto ciò che di lei lei aveva voluto far capire allora.

 Una ragazzina che suonava Beethoven a livello di concerto; la frustrazione di un'adolescente newyorkese nata nei tardi '80; il riscatto, l'amplificazione, la 'vendetta', l'immediato 'metasuccesso' autorappresentato. Poi ho spulciato una partecipazione al Taratatà, uno show parigino, un paio di duetti con Elton John, e una mezza intervista. E lì ho visto.
 L'ironia e autoironia nei suoi occhi supertruccati; la passione istrionica e complice col pubblico; l'assoluto talento nel tenere la scena; le lacrime, vere son convinto, la commozione, la passione.

 Insomma, da megalomane che critica i grattacieli ma ama il Burij Dubai perché è colossale e basta, mi ero già accostato al 'fenomeno', un po' da antropologo, un po' da frustrato invidioso di quel gran sculettare che lì si faceva. Ma quella notte fu diverso.
 Capivo in un sol colpo e la donna e l'artista e il fenomeno pop in assoluto. Con la sua follia e contraddizione planetaria e allucinata.
 Ma lei era ed è lucidissima. Vera guitta e vera musicista. Vera performer. Infatti si è scalzata da quel ruolo indossato per 'revenge' su tutto e tutti, danzando verso altri lidi.

 Potremmo dire che lei e il suo staff di allora, in qualche modo, hanno fatto col Pop ciò che Beethoven ha fatto con la tonalità e la forma sonata, ma forse è dire troppo e troppo presto (e troppo da innamorati soprattutto). E poi i nuovi adolescenti avranno presto bisogno di un'altra Gaga; non possono certo adorare in quel modo banal-messianico una che suona Bach, canta Jazz e recita a Hollywood la parte della squilibrata. Oramai lei è passata 'dall'altra parte' del baraccone.

Così, quella ragazzina della East Coast la sua redenzione l'ha avuta. Io (se Manito vuole) pure. (Perché, lo capite da voi, la personalità stantio-romantica era la mia). Il pianeta non ancora.

 Cosa resta? A lei la consapevolezza che Bach è Bach, Brecht è Brecht e il postmoderno è quello che è; a me un paio di CD in più nel cassettino della macchina, vicino a Mozart. Noi continuiamo a cantare ed elaborare. E altri si occuperanno di intrattenere quegli adolescenti che non hanno voglia di studiare Chopin.

        'This time I'm not leaving with-out U'

Vargas Snaporidis

Nessun commento:

Posta un commento