Ora io non amo i tentativi di perfetto realismo e di immedesimazione totale degli attori; tuttavia ho apprezzato quest'opera.
Il realismo è genuino e al servizio di una rappresentazione della guerra brutale e senza sconti; l'immedesimazione con i caratteri è lancinante, dolorosa, utile per scuoterci fino in fondo e portarci ad una commozione per nulla gratuita.
L'ossessione per una 'missione' inutile, la tragedia di una battaglia che scortica i rapporti umani più belli, più caldi, e moltiplica odio ansia e terrore proprio presso e verso chi si ama di più.
Questi gli aspetti che viviamo passo passo seguendo una trama di costante tensione.
Il realismo forse serve per amplificare l'effetto del messaggio e farci sentire ancora più impotenti di fronte allo spettacolo desolante.
Nulla interrompe ricordandoci che si tratta di una finzione, e solo dentro di noi qualcosa vorrebbe agire, strappare la cortina di questa fantasmagoria di morte e urlare ai personaggi che altro è possibile, che un altro vivere è alla nostra portata.
Ma probabilmente nemmeno noi spettatori onniscienti ne siamo più convinti
Vargas Snaporidis
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