venerdì 17 giugno 2011

"RUMBLE FISH": BENVENUTI NELL'ACQUARIO DI FRANCIS FORD COPPOLA

«Ogni tanto qualcuno vede il mondo diverso dalla gente comune, ma non vuol dire che è matto...capisci? Una diversa e più acuta percezione delle cose non significa follia, benché a volte possa capitare che questa percezione porti alla follia »


Francis Ford Coppola è un regista strepitoso. Ci ha saputo raccontare la guerra del Vietnam come se fosse la trasposizione cinematografica dell'Inferno dantesco e ha appassionato milioni di spettatori con epopea di una famiglia di mafiosi italo-americana, creando una saga dinastica da tragedia shakespeariana, ormai entrata nella mitologia popolare.
Perciò è facile associare al nome di Coppola film come "Apocalypse Now" e "Il Padrino". Ai palati più raffinati però non sarà sfuggito una sua opera del 1983 "Rumble Fish", ispirata all'omonimo romanzo di Susan Eloise Hinton; da un suo racconto, trarrà spunto per un'altra opera, "I ragazzi della 56esima strada", sempre del 1983.
In Italia, come spesso accade, non si è avuto rispetto del titolo, ed è stato barbaricamente mutato in "Rusty il selvaggio", scelta che snatura il significato dell'originale.
Protagonista del film è Matt Dillon, ai tempi (ah gli anni '80...) idolo delle donzelle al pari dell'altro protagonista, Mickey Rourke. In un film ribelle non poteva che esserci spazio per uno come come Dennis Hopper, icona dell'anticonformismo e di libertà grazie alla sua interpretazione in un film epocale: "Easy Rider"(LINK).
I tre attori sono rispettivamente Rusty James (proprio come è soprannominato il fratello del protagonista di "Amore 14", sic), il fratello maggiore senza nome e soprannominato The Motorcycle Boy (ancora una volta complimenti alla nostra traduzione maccheronica: Quello della moto) ed il loro alcolizzatissimo padre, che non vedremo mai sobrio nell'arco del film, ma che si dimostrerà personaggio colto e acuto.
Intorno ai tre ruota una realtà di provincia americana, un non-luogo che potrebbe essere qualsiasi posto. Rusty fa parte di una banda di teppistelli  (tra gli attori del film ricordo Nicolas Cage, Tom Waits, Laurence Fishburne, Diane Lane e Chris Penn) che passano le serate a menare le mani con altri simili e a compiere gesti da duri.
Il vero duro, invece, The Motorcycle Boy, ha deciso di smettere di fare il bullo; è un re in esilio, soggetto a un cambiamento caratteriale che da l'idea di una conversione quasi religiosa e filosofica, dovuta a un viaggio in un luogo che considera celestiale: la California.
Il film si regge quasi esclusivamente sul rapporto fra i due fratelli.
Rusty sente il peso della figura fraterna, mito fra i giovani della città, per via dei suoi trascorsi turbolenti. Tale fardello lo spinge a cercare maldestramente di seguirne le orme, ma il fiato è corto e il giovane non riesce a stare al passo. 
Anzi, la figura di Rusty ne esce in modo totalmente negativo: oltre all'imprudenza dettata dalla giovane età, viene dipinto come una persona stupida e limitata, incapace di capire i discorsi profondi sostenuti dal padre e dal fratello, deriso dagli amici che approfittano dei suoi limiti (vedi il personaggio di Smokey, interpretato da un giovane Cage, inespressivo come sempre, ancora però con capelli veri).
Rourke è qui in versione monaco zen, saggio e imperturbabile, risoluto onnipotente. O almeno lo è agli occhi degli altri che non riescono a percepire le sue fragilità.
Troppo sensibile e sveglio per sopportare una vita ingabbiata da provincia, un diverso che trasforma la sua diversità in superiorità, illudendosi di poterla reprimere, fin quando essa non lo annichilisce e  non lo aliena psicologicamente: «ha la capacità di poter fare quello che vuole, ma non avendo però nulla che voglia fare» .
I due giovani sono come pesci combattenti, rinchiusi in un acquario: sgomitano per trovare il loro spazio inquieti e disagiati, segregati ai margini di una società che sa solo reprimerli e non aspetta altro che imprigionare la loro energia vitale. Emblematica in tal senso la figura del poliziotto senza nome e (quasi) volto, personaggio volutamente indefinito, metafora di una legge, spietata ed iniqua, che opprime.
A coronare la narrazione c'è la buona interpretazione da parte degli attori su cui svetta un ipnotico Rourke. Così come la splendida Fotografia in B/N, che sprigiona le angosce dei protagonisti e riproduce la prospettiva del personaggio di Rourke (daltonico). L'unica eccezione sono i due pesci combattenti del titolo. Il motivo è evidente.
"Rumble Fish" è un film che, pur rinunciando ai toni del dramma, colpisce e fa male, ennesimo capolavoro di una cinematografia, quella americana, che meglio di tutte ha saputo esprimere il disagio giovanile e l'inquietudine della monotonia esistenziale.
The Motorcycle Boy reigns.

Habemus Judicium:


Bob Harris

1 commento:

  1. Un film-capolavoro che purtroppo non viene ricordato al contrario di tanti altri titoli di quel periodo.

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